Non tutti sanno che l’abbazia di Montecassino è la più antica d’Italia , più volte distrutta dagli uomini, dalle guerre e dagli eventi catastrofici è sempre rinata dalle proprie ceneri come una fenice. E’ uno dei luoghi di culto cattolico più emblematici e importanti nonchè un sito davvero bellissimo e pieno di pace da visitare. Un’abbazia che ha davvero una lunga storia da raccontare.

Non è raro incontrare persone che tendano a bypassare Montecassino perchè ricostruita in tempi moderni, senza possedere più nulla della costruzione originale. Diciamo che questo è vero solo in parte e che sminuisce sin troppo un sito che è risorto innumerevoli volte dalle proprie ceneri. Così tante che pare quasi impossibile che si possa stare ancora lì, in cima alla collina, una storia che ha davvero dell’incredibile sia nel significato religioso che storico. L’abbazia ha oltre 1500 anni in cui si sono intrecciati i destini di migliaia di uomini, monaci, gente comune e soldati, infine sono le storie che esse racconta.

Basti pensare che l’edificio originale del monastero, viene fondato nel 529 niente di meno che da San Benedetto da Norcia in persona, ed è pertanto tra i più antichi d’Italia. Edificata su un’altura dove in precedenza si trovava un tempio dedicato ad Apollo, l’abbazia diviene il primo luogo in Europa ad ospitare questo ordine monastico. Il Santo di Norcia è considerato un innovatore del monachesimo, su esempio dell’egiziano San Pancomio, riunisce in una comunità di uomini di fede sia persone di umili origini che rampolli di casate nobiliari desiderosi di spogliarsi dei loro beni terreni. In contrasto con le pratiche ascetiche dei paesi orientali basate principalmente alla meditazione solitaria, Benedetto pone in essere una vera e propria rivoluzione elaborando la cosiddetta Regola Ora et labora. I seguaci del suo ordine non devono servire Dio con una preghiera passiva e indolente nell’isolamento di grotte o celle bensì lavorando di olio di gomito insieme agli altri confratelli. Questa filosofia innovativa e operosa ottiene subito un enorme seguito e porta alla moltiplicazione delle comunità benedettine un po’ ovunque nei due secoli successivi. Tuttavia il contesto storico in cui sorge la Montecassino del santo di Norcia è piuttosto burrascoso, profondamente turbato dal paganesimo e dall’irruenza bellica dei popoli barbari. Fin da subito l’abbazia subisce numerosi assalti e distruzioni: nel 577 viene pesantemente danneggiata dai Longobardi e successivamente viene data alle fiamme dai Saraceni nel 883. Il monastero verrà ricostruito nel 949 per ordine di Papa Agapito II al fine di preservare e continuare a diffondere la Regola di San Benedetto.

L’abbazia conosce così un periodo davvero florido: ricche biblioteche, archivi storici e scuole di miniatura volute con zelo dai suoi abati resero Montecassino uno dei centri più importanti per la cultura durante tutto il Medio Evo. Le tribolazioni dell’abbazia purtroppo non sono concluse, distrutta ancora una volta da un terribile terremoto a metà del 1300, venne nuovamente riedificata pochi anni dopo secondo i canoni del barocco napoletano che rappresenta la Montecassino che viviamo oggi.

L’abbazia dopo i bombardamenti del ’44

Arrivati ai nostri giorni, un destino nefasto attende ancora l’abbazia. Nelle fasi conclusive della seconda guerra mondiale Cassino ebbe la sfortuna di trovarsi proprio sulla linea Gustav, ovvero il fronte caldo che divideva l’Italia di netto a metà. Il 18 febbraio del 1944, segna una delle pagine più tristi della guerra, il monastero benedettino subì, da parte degli alleati che lo credettero erroneamente una roccaforte dell’armata tedesca, un bombardamento devastante. La cittadina fu rasa al suolo così come l’abbazia, alla fine del bombardamento tra macerie e devastazioni rimase in piedi, indenne, solo la statua di San Benedetto. Tutto il resto con i suoi interni e gli affreschi barocchi andarono persi per sempre. Mentre l’abbazia venne ricostruita in vent’anni esattamente come era, del vecchio paese di Cassino non rimane più nulla se non qualche foto color seppia. Oggi è una città con palazzi moderni che purtroppo ha perso il fascino di un tempo, ma seguiteci per scoprire cosa vedere a Montecassino.

Cosa vedere a Montecassino

La città di Cassino, comune laziale a pochi km dal confine campano (tanto che i due accenti quasi si fondono) ha oggi un aspetto moderno, la redente cittadina di un tempo andò completamente distrutta dai bombardamenti del ’44. Durate la nostra visita abbiamo trovata allestita una mostra fotografica con le immagini della Cassino precedente alla guerra come a significare che la ferita è ancora aperta. Di ciò che abbiamo visto nelle foto purtroppo non esiste più nulla. In centro città c’è un grande parco, un polmone verde dove fare una pausa nelle giornate d’estate, molti negozi nelle vie principali e bar dove fare dei begli aperitivi molto ricchi. Inutile dire che le attrazioni principali sono l’abbazia e il cimitero polacco poco distante. Essendo vicinissima alla A1 può essere comunque un punto di appoggio in un lungo viaggio verso sud oppure verso gli Abruzzi e il Molise, non lontano infatti si può raggiungere Roccaraso. Il monastero è ben visibile già dall’autostrada, sorge su una collina rocciosa alta 500 m che domina la valle circostante e prelude alla catena appenninica subito alla sue spalle. L’abbazia è imponente e la posizione permette una vista panoramica molto ampia su tutta la zona circostante.

LA VISITA ALL’ABBAZIA

La visita all’abbazia è gratuita, si può fare da soli. A pagamento c’è il parcheggio (3 euro) la visita guidata e l’entrata al piccolo museo interno (5 euro). Essendo un luogo dedicato alla preghiera, non sono presenti bar o punti ristoro ma solo macchinette per bibite e snack. su prenotazione si possono effettuare anche visite guidate a pagamento ma non con Alessio al seguito abbiamo preferito visitarla in autonomia, non la consiglio se avete figli piccoli, da soli il vostro giro non supera un’ora e lo potete adattare alle vostre esigenze.

Potete invece prenotare la visita guidata anche on line sul sito dell’abbazia: www.abbaziamontecassino.org/index.php/visita-montecassino/137-prenota-una-visita-guidata

Chiostro d’ingresso con gruppo bronzeo

La visita autonoma si snoda lungo i tre chiostri principali:

CHIOSTRO D’INGRESSO

Proprio in quest’area sorgeva l’antico tempio dedicato ad Apollo e qui sorse il primo oratorio per i monaci per opera del Santo di Norcia. Durante la ricostruzione nel 1953 furono ritrovate le fondamenta di questa costruzione originaria. Secondo quanto scritto dal suo biografo S. Gregorio Magno, proprio in questo oratorio il Santo di Norcia trovò la morte sorretto dai monaci dopo l’eucarestia. La scena, che si trova al centro del chiostro erboso e abbellito da piante, è stata ritratta in un gruppo bronzeo di A. Selva. Fu un dono del cancelliere tedesco Adenauer nel 1952.

CHIOSTRO DEL BRAMANTE

Adiacente al chiostro d’ingresso, divisa da uno dei colonnati, vi è quello più celebre del Bramante, lo realizzò nel 1595. Quello che vediamo è una ricostruzione successiva al bombardamento ma rispecchia in tutto l’antico modulo architettonico. L’effetto creato dal Bramante è davvero scenografico e il bianco abbagliante in una giornata dal cielo terso. Verso la valle del Liri è posizionata una balconata panoramica da cui non vi stancherete di scattare foto, in posizione opposta invece vi è la scalinata monumentale che conduce ad un terzo chiostro, qui originariamente vi era l’ingresso originario al monastero di San Benedetto. Pare che in questo punto si trovasse anche la cella del santo. Ai piedi della scalinata, lateralmente al pozzo, sorgono due statue maestose in marmo bianco. A sinistra c’è quella di San Benedetto, un prezioso elemento originale del 1700 sopravvissuto miracolosamente (è il caso di dirlo) al bombardamento del ’44. A destra invece troviamo una copia della statua di Santa Scolastica da Norcia sorella gemella di Benedetto.

Chiostro del Bramante con scalinata

I due gemelli erano i rampolli di una facoltosa famiglia romana destinata a governare le terre di Norcia. La madre morì dandoli alla luce e Scolastica fu subito destinata alla vita monastica. Quando il fratello scelte l’eremitaggio, la ragazza divenne unica erede del consistente patrimonio di famiglia ma rifiutò a sua volta i beni terreni del padre, fondò quindi un monastero di benedettine vicino a Montecassino secondo la stessa Regula. Secondo quanto narrato dal biografo san Gregorio i due fratelli si incontravano solo una volta l’anno a metà strada per cenare insieme, nel corso del loro ultimo incontro Scolastica pregò il fratello di trattenersi più tempo con lei ma Benedetto rifiutò perchè questo contravveniva alla Regula. Poco dopo scoppiò un terribile temporale che costrinse i due fratelli a restare a parlare insieme per l’intera notte. Fu interpretato come vero miracolo alle suppliche di Scolastica, perchè quest’ultima dopo tre giorni morì. Secondo i monaci le reliquie dei due santi sono sepolte sotto l’altare maggiore della Basilica, secondo altra tesi sarebbero state trafugate dai longobardi e portate in Francia.

CHIOSTRO DEI BENEFATTORI LA BASILICA LA CRIPTA

Salita la scalinata e all’ombra dell’antichiostro è doveroso fermarsi ancora una volta il chiostro del Bramante che da lì offre una vista d’insieme davvero impareggiabile, varcando poi il portale i accede al chiostro dei Benefattori, opera rinascimentale dalle linee più essenziali che fa da anticamera all’imponente basilica. E’ così chiamato per la presenza di 24 statue poste nel 1666 le quali rappresentano papi e sovrani che fecero da mecenate all’abbazia. La basilica con i suoi annessi come la sagrestia (dell’abate Squarcialupi del 1500) è stata ricostruita secondo le linee del sei-settecento e molti materiali furono recuperati e riutilizzati nel rifacimento, purtroppo tutto il patrimonio pittorico è andato perduto, la volta della navata centrale è tutt’ora vuota.

Scendere in una cripta ha sempre il suo fascino sacrale, questa è davvero particolare nei suoi arredi e nei colori, non è tetra e oscura come di solito si trova nelle basiliche ma ricca di decorazioni e mosaici d’oro, magenta e blu cobalto che ricordano molto le chiese bizantine. Le due scalinate laterali che scendono nelle profondità rappresentano bassorilievi di monaci e monache durante la processione. Fu scavata nelle profondità della roccia nel 1544, gli affreschi e i musaici furono restaurati e in parte sostituiti nel 1913 perchè usurati dal tempo. Solo la volta centrale è stata ricostruita a seguito dei bombardamenti del ’44.

Usciti dalla basilica si può visitare il museo dell’abbazia (5 euro) in cui è costudito parte del suo patrimonio storico e artistico: quadri di pregio, paramenti sacri antichi reperti salvati dalle macerie o rivenuti durante la ricostruzione.

Prima di lasciare l’abbazia si può visitare anche lo shop interno che ha libri, souvenir, gadget nonchè marmellate e prodotti di erboristeria preparati dai frati.

CURIOSITA’ : E’ possibile vivere l’abbazia in prima persona, se si vuole trascorrere un’esperienza al limite del mistico è permesso, previa prenotazione, dormire nella foresteria del monastero e tuffarsi nella vita monastica. Ovviamente si vive alla maniera dei confratelli frati. Sveglia alle cinque di mattina, messe, preghiere e lavoro nel rigoroso rispetto della regola Ora et labora di San benedetto. Chissà magari un giorno mi cimenterò! Trovate tutte le info su sito ufficiale.

Altre pertinenze del monastero come l’archivio e la biblioteca sono aperti a studiosi e ricercatori previa prenotazione ad orari prestabiliti.

Trovate tutte le info per visitare Montecassino su sito www.abbaziamontecassino.org

IL CIMITERO POLACCO E il MUSEO MEMORIALE

Cosa vedere a Montecassino oltre al Monastero? L’abbazia è immersa nei boschi e un’altra tappa che di sicuro merita una sosta se avete tempo a disposizione è il cimitero polacco. Si trova a poche centinaia di metri dal monastero è può essere raggiunto anche a piedi in dieci minuti. Mio figlio è un appassionato di cimiteri militari quindi ha voluto andarci a ogni costo (non chiedetemi il perchè di questa strana passione, non saprei che dirvi). E’ in effetti un luogo di grande suggestione sia per il ricordo doloroso che evoca, sia per la posizione con vista meravigliosa sull’abbazia. Questo luogo racconta una storia a parte, una storia di coraggiosi soldati alleati che altrimenti andrebbe persa dopo 70 anni, un corpo d’armata che visse vicende molto travagliate tanto da essere definite come una vera e propria Odissea.

L‘Odissea del 2° corpo di armata polacco: premetto che questo argomento meriterebbe fare un post a sè ma sarebbe letto solo da appassionati della seconda guerra mondiale. Tuttavia mi pare doveroso ricordare, brevemente, questo corpo d’armata che comandato dal Generale Anders raggiunse il territorio italiano compiendo viaggio di migliaia di km, attraverso l’Unione sovietica, l’Iran e l’Egitto. I soldati combatterono nella speranza che la liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca andasse anche a beneficio della madre patria Polonia, ormai dal 1939 strozzata e spartita tra la Germania di Hitler e la Russia di Stalin. Questo corpo d’amata ben preparato riuscì in un’impresa titanica, dove persino americani e inglesi fallirono: liberare Montecassino, spezzare la linea Gustav ed aprire la strada verso Roma. Durante la battaglia perirono 1052 militari che avevano circa 20 anni e si trovano sepolti proprio in questo cimitero. Coloro che sopravvissero non poterono tornare nelle regioni orientali della Polonia dove nel frattempo si era insediato un governo comunista filosevietico con il benestare della comunità internazionale. Beffati dagli stessi alleati, avrebbero rischiato di finire nuovamente nei gulag al loro rientro, pertanto scelsero la via dell’esilio in Inghilterra o in America.

Il cimitero fu completato nel 1946 e sfrutta il naturale declivio della collina, con dieci terrazzamenti dove sono disposte a raggiera le tombe dei 1052 caduti. E’ di grande impatto emotivo. All’entrata merita una visita anche il piccolo MUSEO MEMORIALE, appena una sala dove una guida appassionata di origine polacca vi racconterà con l’auto di documenti e filmati tutta la storia del 2° corpo di armata. Ci ha permesso di conoscere una storia che appartiene alla storia di Cassino che ignoravamo! Visitare l’abbazia di Montecassino regala molto più di quello che si possa pensare, è una full immersion nella storia a 360 gradi!

DOVE GIROMANGIARE A CASSINO

Passando ad argomenti più leggeri, questo tuffo nella cultura e nella storia a noi ad un certo punto ci ha messo proprio fame! Dove Giromangiare a Cassino?

Premetto che noi siamo capitati a Montecassino durante l’Europeo, in una delle serate in cui l’Italia giocava gli ottavi di finale, quindi in paese c’era una gran bell’aria di festa, gente allegra e tavolini ovunque con maxi schermo in piazza! Abbiamo notato subito che un po’ in tutti i locali gli aperitivi erano invitanti e abbondanti. C’era l’imbarazzo della scelta. Noi ci siamo fermati sul corso principale (corso della Repubblica) da ALEMA CAFFE’ per un aperitivo con rapporto qualità ottimo! Tanti stucchini da leccarsi i baffi, buono per una pausa veloce se avete poco tempo a disposizione.

Aperitivo da Alema

La sera abbiamo mangiato bene presso il Ristorante The place to be con cucina molto curata, con un antipasto di cozze di Formia, un primo di pasta alla carbonara e baccalà in salsa di ceci. Si trova in via Bembo in una stradina laterale quindi piuttosto tranquilla.

#MiriamFocili

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